domenica 28 maggio 2017

I primi giorni a Shyamnagar ci servono ad ambientarci e trascorrono tranquilli. Sistemiamo la nostra stanzetta. Impariamo a conoscere le ragazze che vivono alla Missione...già ricordare i nomi di tutte e 22 le fanciulle non è facile.
Incontriamo i responsabili locali dell'ambulatorio dove dovremmo prestare servizio e concordiamo giorni, orari e anche alcune piccole regole per una proficua collaborazione. Intanto, il primo paziente lo vediamo alla Missione...è il dadu, che è realmente il nonno di Aporna una delle ragazze che vivono da P. Luigi, e che, come da indicazioni di Dr. Sr. Roberta, deve proseguire le medicazioni al piede.
L'ambiente non è dei più idonei, e il dadu non cammina...per cui ci ingegniamo a fare del nostro meglio.
Al risveglio, anche se ci sembra di essere abbastanza mattinieri, quando andiamo a far colazione troviamo p. Luigi già al lavoro con le ragazze a dar lezione di inglese, prima che vadano a scuola. Dopo pranzo lo stesso p. Luigi fa lezione, di inglese, di bangla e Franca ne approfitta per studiare la lingua....intanto Patrick esplora i dintorni e sistema alcune cosette. Prima di cena ci sediamo in veranda a recitare i Vespri insieme a p. Luigi; dopo cena invece, complice la scarsa continuità della corrente elettrica, ne approfittiamo per fare lunghe chiacchierate con P. Luigi che ci racconta molte cose sulla situazione locale, sulle ragazze che abitano con lui, sulle problematiche ambientali etc.
Anche le ragazze piano piano rompono la diffidenza nei nostri confronti e iniziano a fare domande, Patrick le fa ridere chiamandole con la traduzione italiana del loro nome...Putul diventa Bambola, Comola Mandarina, le ragazze ridono e così Patrick diventa SagarDa. Sagar è il suo nome bengalese e Da è  abbreviativo di Dada, fratello maggiore, in Bangladesh è una consuetudine ed una forma di rispetto chiamare così le persone; di conseguenza Franca diventa boudi ovvero la moglie di Dada.
Le relazioni di p. Luigi con i vicini sono buone per cui capita che un bambino arrivi tranquillamente a mettere in carica la torcia elettrica nelle prese del refettorio, e anche di essere invitati al pranzo di nozze della famiglia indù che abita dietro la missione. L'invito viene fatto la mattina del pranzo e ci presentiamo in 10....cose inimmaginabili in Italia.
In ogni caso il pranzo di nozze è  gustoso, ma molto piccante...alla fine Franca ha le lacrime agli occhi e Patrick suda....le ragazze ci prendono in giro e ridono.
Insomma nonostante il caldo e l'acqua salata iniziamo ad ambientarci e come tutti gli altri da queste parti speriamo nella pioggia che dia un po' di sollievo a persone, animali ed alla terra arida.

Pranzo di nozze


















1 commento:

  1. Bello il soffio di Cristianesimo che avete portato tra i Munda: immagino la curiosità delle «ragazze» mentre recitate i Vespri. E voi... avete già conosciuto Bon Bibi? :-)

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